“Fin da fanciulla si mostrava strana, da giovinetta poi ben presto si manifestò il suo carattere stravagante, girando continuamente per il paese senza badare alla sua famiglia e non curando punto i rimproveri dei parenti”.
“In famiglia è assolutamente incompatibile, intollerabile e intollerante di tutto e di tutti”.
“Spesse volte e all’insaputa della famiglia esce di notte e girovaga per la campagna, si denuda e non sempre il fratello la può raggiungere”.
“Mi trovo rinchiusa, in questa carcere, così, in mezzo ai pazzi e a momenti fan diventare pazza anche me!”.
“Sono stufa della vita vorrei morire piuttosto che stare sotto la Carneficina dell’Ospedale di Teramo”.
“Ti prego per l’amore di papà e fratelli di venirmi a salvarmi da questo brutto luogo che lo odio non ci voglio stare nemmeno a morire”.
“Io trovarmi in questa sezione, tra malate d’ogni genere, tra le sofferenti, tra le asmatiche, tra le dementi, con visi stravolti, con il fetore della notte, da sentirmi difficile la respirazione; oh, questo è troppo, troppo”.
Annacarla Valeriano e Costantino Di Sante sono gli organizzatori della toccante mostra fotografica I fiori del male, donne in manicomio nel regime fascista, che raccoglie immagini e documenti, schede mediche e lettere, prevalentemente provenienti dall’Ospedale psichiatrico Sant’Antonio Abate di Teramo, che fu chiuso definitivamente il 31 marzo del 1998, vent’anni dopo l’entrata in vigore della legge 180 (la legge Basaglia).
La mostra che, dal 14 settembre al 18 novembre, sarà ospitata alla Casa della Memoria e della Storia di Roma è dedicata alle donne, figlie, madri, mogli, spose, amanti, ricoverate – spesso fatte ricoverare – in manicomio durante il Ventennio fascista.
Il fascismo accentuò la repressione femminile, sanzionando in modo aggressivo ogni forma di ribellione e insubordinazione ai modelli sociali imposti: “tra le maglie delle istituzioni totali rimasero imbrigliate anche quelle donne che non seppero esprimere personalità adeguate agli stereotipi culturali del regime o non assolsero completamente ai nuovi doveri imposti dalla “Rivoluzione Fascista””.
“Ci è sembrato importante – spiegano i curatori – raccontare le storie di queste donne a partire dai loro volti, dalle loro espressioni, dai loro sguardi in cui sembrano quasi annullarsi le smemoratezze e le rimozioni che le hanno relegate in una dimensione di silenzio e oblio”.
CASA DELLA MEMORIA E DELLA STORIA
I fiori del male. Donne in manicomio nel regime fascista
14 settembre – 18 novembre 2016
Via San Francesco di Sales, 5 – Roma
Lun-ven ore 9.30-20.00
Tel. 060608 – 06.6876543
www.comune.roma.it/cultura
INGRESSO LIBERO
Articolo tratto da Gay.it